domenica 19 aprile 2009

Succede che...

Succede che uno studente di Comunicazione all'ultimo anno debba decidere di affrontare
alcuni esami più "noiosi", come Marketing o Tecniche della comunicazione pubblicitaria,
oppure altri esami più "divertenti" come Storia del Teatro o Semiotica. Questa è la scelta
che è capitata a me. Così, un po' perchè credo di essere più portato per l'arte che per la
matematica e un po' per inettitudine, decido di iscrivermi al Corso di Storia del Teatro
contemporaneo. Davanti a me, un mondo nuovo.
Fino a quel giorno il teatro era, per me, lo stesso teatro che abbiamo nell'immaginario
collettivo: una sala, con tanti posti a sedere, un palcoscenico e i palchetti ad alveare attorno
alla platea. Fine.
Il caso ha voluto che quel corso di Storia del Teatro fosse un corso monografico su Tadeusz
Kantor e Jerzy Grotowski. Due registi polacchi che hanno rivoluzionato questa immagine del
teatro: Kantor ha portato il teatro fuori dai teatri e l'ha inserito in vecchi capannoni diroccati
e cantine, che acquisivano nelle sue piece una valenza scenografica, facendo sconfinare la
finzione nell'inferno della realtà; mentre Grotowsky ha esonerato il teatro dal confronto con
il cinema e gli ha ridisegnato un ruolo all'interno della contemporaneità.
Il fatto di non avere conoscenze approfondite su ciò che fosse il teatro prima di Kantor e
Grotowsky, mi ha permesso di assaporare meglio l'opera di due rivoluzionari, che hanno
voluto iniziare un nuovo capitolo del libro del Teatro, lasciandosi alle spalle tutto ciò che era
venuto prima, partendo, anche loro, da una pagina bianca.
Co

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