mercoledì 16 settembre 2009

UN GANGSTER AL BANCONE

Mi chiedi di credere nelle sfumature di questo mondo e io a sto giro, magari, voglio ascoltarti. Però. Prima che tu inizi a narrarmi quali sventure hanno azzannato e rimpolpato allo stesso tempo il tuo passato, portandoti nel momento in cui me lo stai per raccontare. Prima che tu inizi a renderti conto di star ripetendo, per l’ennesima volta, la storia della tua vita, in modo meccanico. Prima che ti renda conto che solo gli accadimenti del passato recente sono quelli ancora in fase di revisione e che, quindi, hanno bisogno di avere un riscontro con un pubblico esterno, conosciuto o sconosciuto. So che ti affascina farti ospitare nell’auditorio di uno straniero e sai come farti apprezzare in quelli di chi già ti ha ascoltato. Comunque. Prima che tu scelga la frase con cui iniziare, pescandola dall’urna delle frasi fatte: “Sai … Una volta … Mi è successo che … Capita sai.” Prima che tu prenda respiro ed inizi a sillabare la prima parola di una di quelle frasi che ti dicevo prima. Prima che io cominciassi a dire prima. Prima guardati attorno. È vuoto. Stanca e nervosa l’ unica persona che, oltre a me, incrocia il tuo teso ad esplodere animo. Prima che tu ti senta parte del popolo della notte. Rispondi alla mia domanda: Hai con te un orologio? Franck porta sempre con sé un orologio. Lui è sempre puntuale sul posto di lavoro. Io non lo porto. Abito nell’appartamento qua sopra. Quindi. Prima che io chieda a Franck di dirmi l’ora e lui mi risponda che si sono fatte le quattro di mattina. Esci dal mio locale. Non vedi!? Non c’è più nessuno ormai da due ore, oltre a te, a me e al cameriere. Franck, il cameriere, aspetta solo un mio cenno per buttarti fuori. Diventa nervoso quando ci sono i tira tardi sbronzo-menosi, specialmente se è stanco. Sai, se tu fossi un tira tardi sbronzo divertente sarebbe diverso. Tu ci offriresti da bere e intanto racconteresti qualche tua disavventura. Franck, forse, si sbottonerebbe e ti racconterebbe di quanto sono stati duri quegli anni in galera. Sicuramente, chiuderesti con noi il locale e, magari, se ti giocassi bene le tue carte, ci scapperebbe anche un proseguo della serata. Ma. Tu sei un tira tardi sbronzo-menoso e quindi nessuno ha voglia di starti a sentire. Né io, né Franck. Ne ho visti tanti che come te iniziavano con un “Sai … Una volta … Mi è successo che …”per poi finire in lacrime ubriachi marci al mio bancone, dopo due ore di ricordi intervallati da singhiozzi. Ci sono le sere in cui abbiamo voglia di ascoltare, ma, come ti dicevo prima, il mio cameriere è stanco e s’ innervosisce facilmente con gli sbronzi-menosi. Ti stai chiedendo qual' è la morale di questa storia? Finisci il tuo drink e alzati,questa è la morale. Non dimenticando di lasciare una bella mancia a Franck … prima che decida di prenderti a calci fuori dal mio locale.

Bob