domenica 29 aprile 2012

L'olmo di nonno Mario

Il cielo di questo tramonto è una tavolozza di colori caldi: rossi, gialli e arancioni si uniscono all’azzurro, sfumando di viola il terso orizzonte della giornata. Indicando un albero, mio nonno mi racconta, celando i ricordi nei brevi silenzi che separano le sue parole, la storia di quella pianta.
"Lo vedi quell'olmo, ogni inverno, sembra che cada in un letargo apparentemente eterno poi, arriva la primavera a destarlo dal sonno, sfiorando il suo tronco e attirando i germogli dai rami con la luce del sole. Le sue estati sono vive e le sue fronde si fanno riparo per i nidi e per gli uccelli di passaggio. E’ stato piantato il giorno della mia nascita, sai. Il tempo prova ad abbatterlo ma lui, in barba agli anni che passano, non molla un colpo".

Bob

venerdì 27 aprile 2012

Qualcosa non va, stamattina mi sento bene

Guardo il cielo bianco che si sfuma di azzurro e sorrido mentre assaporo questi istanti di pace mattutina, sorseggiando una tazza di the dalla finestra di casa. Oggi, la mia strada inizia con un tratto di sole e la città m'ispira semplicità. Saluto pensieri e conflitti, stando attento a non svegliarli, ed esco.

Bob

giovedì 19 aprile 2012

L'UNICA MEDICINA

Non lasciare che qualcuno t’influenzi, sarebbe sciocco ammalarsi.

Bob


martedì 17 aprile 2012

Costruisco carillon

Se vi state chiedendo chi io sia e cosa mi spinga ancora alla fuga per le terre emerse e per i cieli noti di questo pianeta, sappiate che è nell’acqua che ho trovato ristoro e salde fondamenta per la mia casa. Ero un giovane apprendista, speranzoso di accrescere la mia sapienza a pari passi con la giusta manualità per realizzare i miei carillon. Avevo poco più di una decina di anni, quando decisi del mio futuro e poco più di venti, quando quel sogno mi cambiò la vita. Immaginate pure i miei lineamenti, la mia statura e il mio modo di portare la maschera, la stessa indossata da voi per il palcoscenico chiamato Universo, costruito dai nostri predecessori e perpetrato nel presente per le generazioni future. Ascoltate la mia voce, ma non pronunciatela ai venti, essi hanno ormai tradito le parole e, pur se in modo pigro, informano del mio viaggiare coloro che mi stanno inseguendo. Lasciate che sia la mente a svilupparmi con la voce della vostra coscienza, perché è lì che io trovo sollievo e riparo, nel raccontare di me e della mia fortuna, con la lacrima e il sorriso di un volto che non posso immaginare.

Bob

lunedì 2 aprile 2012

CON LA SENSAZIONE CHE SENZA AZIONE

I miei pensieri disegnano il paesaggio che scruto, e i miei limiti tracciano la linea dell’orizzonte di questa notte. Saltella, inciampando di tanto in tanto, un’idea. Ogni volta che cade, si rialza e ricomincia a rimbalzare più in alto di prima. Non so, dove abbia cominciato e dove finirà il suo moto e, se dovessi chiederglielo, nemmeno lei saprebbe rispondermi, ne sono sicuro. Così, non la disturbo e la lascio libera di girovagare fra le trame dei miei pensieri.

Che strana notte, questa.

Bob


domenica 1 aprile 2012

Radici di un uomo

Aveva un grosso sorriso in faccia e un cappello di paglia intrecciata sulla testa.

Il suo incedere era sicuro nonostante non avesse le scarpe. Non le indossava mai poiché così facendo, il suo spirito trovava nutrimento dalla terra, grazie alle piante dei suoi piedi nudi.

Bob

PERSO IN UN BICCHIERE DI VINO

Le vostre dita sono preziose e i vostri ricordi sono ancora piacevoli compari di bicchiere quando, come adesso io mi trovo , bevete soli con voi stessi. Permettetemi di proseguire il mio cammino per questa strada popolata di fantasmi. Firmate, con la mano che vi conviene, la mia libertà, non la vostra caduta. Troverò nemici capaci di sporcarsi le mani col mio sangue al posto vostro, branco di scribacchini

Bob