Due grandi
magnolie, una a destra e l’altra a sinistra della passatoia, li proteggevano dalla pioggia. Pioveva, in
quel mezzogiorno d’inverno.
Camminavano
sulla passatoia della loro casa.
Lei si era
trasferita dalle colline in pianura, per amore di suo marito. Vestiva in jeans,
giubbotto alla moda verde, sciarpa e uno di quei cappelli estrosi che si
concedono le persone autoironiche.
Lui era nato in
quella casa, uno dell’ultima generazione nata nel focolare domestico, figlio
genuino della vita. Aveva un paio di pantaloni a scacchi, un cappotto grigio
scuro e in testa, una coppola stile golfista.
Un blues suonava
nella mia mente nell’osservarli in quegli attimi. Era il loro Blues.
Sfilavano su
quella passatoia divenuta passerella, fatta di pietre levigate e unite come in
un mosaico, in equilibrio fra loro e con il mondo.
Si guardarono in
volto e si sorrisero prima con gli occhi, poi con il volto e infine con le
labbra, timidi e vivi come in gioventù.
Capisco, forse,
che il segreto della felicità è intuire il suo scorrere nel tempo, e che, se lo
comprendi con un’altra persona, si chiama amore.
Bob