venerdì 31 agosto 2012

SORRY DOCTOR BOB, BUT YOUR MOON IS IN ANOTHER CASTLE


Schivo la pioggia mentre gli ombrelli difendono l’asfalto e i tergicristalli marciano sui parabrezza delle autovetture. Apro il portone e salgo le scale. Libero i miei capelli da quel sottile reticolo d’acqua con cui le nubi hanno tentato d’imprigionare la mia testa.

Entro in casa.

Appoggio l’armamento e faccio il saluto al muro, comandante a cui faccio rapporto della mia missione quotidianamente. Gli confido di essermi preparato per questo inverno, di aver accumulato provviste e che, da questa notte, comincerò a crivellare le nubi per spianare il cielo al ritorno della luna.

Bob

domenica 19 agosto 2012

Pellicole colorate


Siedo sotto un albero secolare e mi ritrovo con vecchi amici. C’è il piccolo Doctor Bob intento a capire come indossare le sue calze bianche. È capace di allacciarsi le scarpe tutto da solo ma non pretendete che indossi i calzini nel verso giusto. C’è l’adolescente Doctor Bob, ha imparato a leggere e a scrivere; fa di calcolo e parla francese. Ha iniziato il liceo da poco. Sapete anche voi come sono quegli anni. Il giovane Doctor Bob, che cerca la sua strada fra le tante, passando da quelle asfaltate a quelle più dissestate. Dice di averne trovata una non ancora battuta, ma io non gli credo. Poi ci sono io, Doctor Bob. Guardo i miei compari d’ombra cercando di capire chi sono, sorridendo ad ogni loro aneddoto e tenendo solo per me la gravità dell’arco delle mie labbra.
Il numerino che stringo nella mano è lo stesso che la voce dell’altoparlante, appeso fra le fronde dell’albero, annuncia. E’ arrivato il mio turno. Mi alzo e mi dirigo verso il mio presente, lasciando alle mie spalle un prato di ricordi a cui ho donato nuovi colori proprio come fanno i giardini in fiore nei mesi di maggio. 

Bob

MADRIGALE

A Eumeo o Echione al mitologo dell'estorsione,
che l'Achille uccise d'emozione, l'immaginazione.
O Eretteo Eteocle che sfinge Temistocle, Iperione.
Giobbe, e Cristo e il Battista, che dei punk
hanno fatto rimodellazione, su teckno funk,
d'estroso canto plasmato in troppi fax.
Se leggessimo Flaubert e il sax di Milton Pax.
E Mastro Pulce, che di scarpe leva calce,
tutti bravi a menzionar, a far poesia da dimostrar.
Stanotte svengo nel dolore, in tema alla desolazione.
Aristarco non mentiva, Drustan si anarchizzava,
e del fondo di questo infame gioco, ci si sprezzava.
Or dissi, io con mio penno lungo e truce,
chi mi dice dov'é la luce? Chi s'inalbera in moda,
alla mia moda, di poetica slanciata, e bella a donna,
l'ho immaginata, di candor fuliggine e cospiratrice,
che del canto di tutti i poeti ne feci legge e pace.
Di guerre di sfondo, di snaturato mondo,
colsi e dolsi e a stento lessi, il non visto
del mio ringiovanendo. Di ruggito sano,
al volto di chi mi taglia la mano, su svista lesta,
di te che leggi o leggi il canto del mio manto.
Ho alzato il mondo con la Poesia e di questa moda,
ne farei altrettante lezioni e invenzioni,
considerazioni su Chagall e criticherei Modigliani,
o citerei Montale di sfuggita, sul passar dei cani
alla balaustra del dolore che la testa taglia al consumatore.
Che di Narciso fecer il Nonno di Panopoli;
chi disse a Ulisse del trono perso,
chi cantò alle Oceanidi il loro converso.
Io che silente, costruisco il mondo, rovescio
in pentola di Dio il mio conservato senso d'amore.
A te, spirito travolgente, inceneritrice di sintomi,
calunnia del povero, dilemma al poeta
che in man tien petalo per petalo, la sua meta.
Non giova, al Principe Melone il regno,
dei sordidi animali, carognosi e infami,
ladri di medulle, e inebriati di fame negra.
Eccelso ritrovo dei beni culturali,
sulla tristezza di Empedocle, o Giasone
che gli dei triniscono il canto di morte.
Stanotte, mi lancio deciso in e'l mortaio,
di fuliggini assetate, e decantate al paesaggio.

Balto

venerdì 10 agosto 2012

PAGINA E INCHIOSTRO

Questa è roba visionaria, pronto a partire?

Leggi o scarica gratuitamente, dal link qui sotto, la prima raccolta di Bob, l'Insolito Balordo.
Buona lettura

PAGINA E INCHIOSTRO

martedì 7 agosto 2012

QUANDO UN DISCO SMETTE DI SUONARE

Si spengono le luci di insegne e di edifici;
Tace la mia guerra ora dormono i nemici
Riposano le stelle dell’intero universo.
E il tempo fra noi adesso scorre all’inverso.

Mi cancelli, in questo mistico, ogni mio segno di stanchezza
Sulle cicatrici, leggera come carezza,
La tua mano sfoglia le mie rime senza voce
Giorni di fantasmi e da segno della croce.

La tua pelle vibra sotto i colpi dello spirito
Sa che il corpo è il limite e lui tende all’infinito.
Dimmi cosa posso ora al tuo ventre sussurrare,
Se non le sensazioni che mi sa evocare.

Suona come nota di spartito il tuo respiro
Di nuovo la tua pelle in cui mi ritiro,
Scrivendo come su un foglio il tuo pentagramma
mentre brucia sola nel buio questa nostra fiamma.

Bob