lunedì 27 aprile 2009

Le 5 curiose domande

A: “Parlami del tuo mondo…”
B: “Non so se ti piacerebbe…”
A: “Parlami del tuo mondo…ti prego…”
B: “Il mio mondo è strano, è difficile da capire, e se non mi capisci rischi di confondere anche il tuo mondo,
di non capire più chi sei, né quel che ti hanno insegnato fin’ora”
A: “Vorrei provarci…”
B: “Allora proviamoci…Nel mio mondo tutto risponde a 5 domande: Chi? Cosa?Quando? Dove e perchè? E sai perché? Perché così tutto è logico, tutto ha un senso…E se ci pensi ho ragione. Guarda…vedi quel signore fuori dalla finestra, sta aspettando qualcuno…se tu fossi me penseresti…chissà dove va…e con chi…e puoi star certo che se io adesso andassi da lui e gli ponessi queste due domande automaticamente lui risponderebbe alle altre 3…già lo sento: vado al bar a trovare i miei amici. Come tute le sere una partita a carte prima di andare a dormire…”
A: “E’ interessante…ma perché lo fai?”
B: “Vedi, stai già cominciando ad entrare nel mio mondo…Perché mi chiedi? Perché sono curioso…Sono così fin da piccolo…e tu sei curioso…?”
A: “Io non lo so…”
B: “Capisco, ma questo puoi deciderlo solo tu …La vita ti offre la possibilità!”
A: “La possibilità?”
B: “Sii…insomma la possibilità di scegliere come essere…Ognuno di noi è diverso sai? E’ questo che ci rende speciali…pensa che noia se fossimo tutti uguali…”
A: “Io posso scegliere…ma quando potrò scegliere?"
B: “Ah hai visto? Lo hai fatto ancora…vedi, le domande sono l’essenza delle risposte…Ora non ti è chiaro, ma hai già capito che per saper rispondere alla domanda di prima…hai avuto bisogno di chiedermi quando questo accadrà…”
A: “Hai ragione? Non è difficile…ma fanno tutti così?”
B: “No, non tutti…si tratta di scegliere…Io ho scelto di guardare quel signore e di farmi certe domande…Io ho scelto di provare a capire una storia, ma poi mi sono fermato…Chissà quante storie da raccontare ci sarebbero nella vita di quell’uomo…quante storie…”
A: “E tu hai raccontato tante storie? Ne hai vissute tante?”
B: “C’è una bella differenza sai?”
A: “Perché?”
B: sorride “Perché un conto è vivere le storie, un conto è raccontarle. Si ne ho vissute tante, ma di loro non ho mai scritto nulla, le conservo nella parte più segreta del mio cuore, io racconto quelle degli altri, e cerco di farlo meglio che posso…”
A: “Lo fai perché ti piace?”
B: “Sai cosa mi piace, mi piace aprire il giornale alla mattina e sentire quel profumo di carta stampata…Mi piace sapere che nel mondo qualcuno fa qualcosa quando io dormo e mi piace sapere che c’è qualcuno come me che vuole raccontarlo”
A: “E’ molto bello vero…”
B: “Si è molto bello…ma sai perché è così bello? Perché è mio…Fa parte di me, si sveglia con me le mattina, prende il caffè con me, viene con me al lavoro ed è qui che parla insieme a te adesso…”
A: “E’ qui?”
B: “Si è qui, ma tu non lo vedi…forse un giorno anche tu lo vedrai…”
A: “E come farò a vederlo…”
B: sorride ancora… “Sei già sulla buona strada…Dormi adesso è tardi…”
A: “Buonanotte papà…”
B: sussurra “Buonanotte mio piccolo giornalista…”

Alo

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