giovedì 7 maggio 2009

The air is on fire

The air is on fire (trad. L’aria ha preso fuoco) è a tutt’oggi la mostra più importante mai consacrata all’opera di David Lynch.

Sin dai primi anni trascorsi all’accademia di belle arti di Filadelfia, David Lynch ha dedicato, senza sosta, una parte consistente della sua attività creativa alla pittura.

La mostra fu presentata per la prima volta a Parigi, dal 3 marzo al 27 maggio 2007 e poi (con mia somma sorpresa) a Milano dal 9 ottobre 2007 al 23 gennaio 2008.

La mostra riunisce tutte le forme espressive di un artista proteiforme che ha sempre perseguito, sin da piccolo, il desiderio di essere pittore.

Allestita e progettata dallo stesso Lynch, The air is on fire presenta un gran numero di opere realizzate tra il 1960 e oggi: quadri, fotografie e oltre 500 tra disegni e schizzi, conservati con cura, ma apparentemente senza rispettare nessun principio organizzativo.

Mentre i suoi primi cortometraggi sono proiettati in una piccola sala che sembra ispirarsi al film Eraserhead (1977), Lynch trasforma così un’idea in uno spazio nel quale un visitatore può entrare.

Ed è qui che voglio arrivare.

Guardando i dipinti e i disegni di Lynch, si ha l’impressione di entrare in un mondo in cui si è costantemente in pericolo. In un mondo di doppi di noi stessi. Ma malvagi. Una sorta di universo parallelo che ritroviamo anche nei suoi film.

Nei film di Lynch sembra che i protagonisti siano in procinto di perdere il controllo da un momento all’altro. Come se un certo controllo incosciente – se possiamo chiamarlo così – possa improvvisamente venire a mancare, liberando i demoni che vivono in noi.

Nei quadri e nei disegni di Lynch proviamo spesso questa sensazione e sovente ci sentiamo come liberati.

Per questo The air is on fire merita l’attenzione che si attribuirebbe ad un grande evento. Perché è la monografia definitiva dedicata a un artista tutt’ora attivissimo, ma anche metaforico manuale d’istruzioni sui progetti futuri di questo assoluto genio artistico.

La mostra ha il pregio, di farci conoscere un David Lynch inedito e dal talento poliedrico, soprattutto per noi italiani abituati a relegarlo a mero regista cinematografico.

Consiglio a tutti di recuperare qualche monografia sulle sue opere e di farsi catturare dai temi ricorrenti, dalle paure e delle inquietudini che popolano il suo grottesco mondo.


Letture consigliate:
Catalogo David Lynch, Fondation Cartier pour l’art contemporain.

Lynch On Lynch, Chris Rodley. Baldini & Castoldi

In acque profonde, David Lynch. Mondadori.

Dade

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