sabato 10 aprile 2010

SCENARI TRASPARENTI

Questa breve storia, circa una mezz'ora nella vostra realtà, racconta di Tom e dei suoi fogli trasparenti e di quando il cielo si mise a guardarli con me.

Tom disegnava, sempre. Impugnava la sua matita nera e disegnava il mondo su dei fogli trasparenti.
Tracciava statiche linee nere in cui sgorgava, intrappolata, la linfa vitale di quei luoghi.
Non c'erano colori, solo il nero dei contorni di quel mondo.
Molte volte chiesi spiegazioni e, nello stesso numero, furono le risposte vaghe e senza senso che Tom mi diede a riguardo.

Capitammo sull'argomento una notte di luna piena, fu lui a proporlo.
Tolse dalla sua borsa quel plico di trasparenze che si portava sempre appresso, lo fissò un attimo e disse: "Scenari, ecco cosa disegno".

"Bisogna guardarli insieme al cielo: la sua luce scuoterà il tuo volto e lui racconterà all'azzurro la storia da te celata" - concluse Tom afferrandone uno a caso e posizionandolo davanti alla luna.

Non avevo ben capito il senso dell'ultima parte, ma lo feci una volta che la luna illuminò il mio viso schermato da uno di quei fogli.

Sorrisi e lasciai che il disegno facesse il resto. Mi guidò per le vie di quel paese che Tom aveva disegnato e che sembravano molto simili a quelle dove mossi i primi passi.

Tom cambiava i fogli davanti ai miei occhi e, con loro, anche i ricordi che smuovevano in me.

Un vecchio bar polveroso, una scala a chiocciola, un ascensore, una sala da ballo, un cortile con i giostrini per i bambini, una macchina su una collina, il mare in tempesta, l'azzurro nuvoloso, una sedia in una stanza, l'atrio di un palazzo, un fiume ... potrei continuare all'infinito.
Tom aveva disegnato lo scenario del mondo e io inserivo gli atti del mio.

Impressionati risultavano i miei ricordi su quei fogli trasparenti. Visionarne ancora i negativi con la luce della luna, mi faceva sentire in grado di scegliere quale stampare nella mente e quale lasciare che si perdesse per il cielo.
Tom tolse l'ultimo foglio e mi disse:"Un immagine per foglio, un foglio per uno scenario, uno scenario per una storia".

Non riuscivo a parlare, credo sia durato un pò il mio silenzio.
Tom, intanto, ripose i fogli nella borsa, si girò guardandomi fisso negli occhi e, con tono deciso, mi disse:
"Bhè, se non hai nulla da dire io vado a dormire. Buona notte".

Bob

Nessun commento:

Posta un commento